Tra le regole che ci eravamo prefissi
di seguire dopo la nascita di Patonza c'era quella di farla dormire
da sola il più presto possibile. Ci eravamo documentati, avevamo
comprato libri e visto decine di puntate di SOS Tata: se li abitui da
subito è una cosa normalissima. Sì, lallero. I primi due mesi non
calcoliamoli perché, a causa delle coliche e del reflusso, Patonza
non ha mai dormito. Dal terzo mese sono riuscita a toglierle la
poppata notturna e magicamente sembrava stare meglio, tanto che si
sparava 7 ore filate di sonno nel lettino accanto al nostro. Il
problema non era farla dormire nel suo letto, ma farla addormentare.
Ormai aveva preso l'abitudine di addormentarsi in braccio e non c'era
verso di metterla giù prima. E non solo, per farla cedere eravamo
costretti a lunghe corse nel corridoio e a vari esercizi. Avete
presente il dressage dei cavalli? Ecco, quello era più o meno lo
spettacolo che si proponeva ogni sera a casa nostra. Bimba in
braccio, una gamba su, una giù ritmicamente, trotto, poi destra,
sinistra e via un pezzo di corsa. A parte il fatto che sembravamo
matti, il metodo sembrava funzionare e noi, esausti da tante notte
insonni, accettavamo questo compromesso pur di dormire tutta la
notte. Poi, compiuti gli otto mesi, la mia brillante idea: perché
non la spostiamo in camera sua? Non capisce ancora e poi il letto è
sempre quello. Sì lallero. Da subito è stato un incubo: si
svegliava piangendo disperata fino a 25 volte per notte. Praticamente
io dormivo con le ciabatte nei piedi perché tra un'alzata e l'altra
passava pochissimo. Siamo andati avanti così un mese poi siamo
andati in vacanza. In albergo avevamo il letto da campeggio accanto
al nostro, ma la prima sera la sua febbre alta ci ha fatto commettere
LO sbaglio. Mettiamola nel letto con noi così la controlliamo
meglio. Eh, bravi. Passata la febbre, la tipetta tosta non voleva
sentire di tornarsene nel suo lettino da campeggio, così abbiamo
detto “massì a casa poi si ritorna alle buone abitudini”. Sì
lallero. Tornati a casa abbiamo riportato il suo letto in camera
nostra ma è stato comunque impossibile farla dormire lì. Una sera abbiamo
provato a mettere una maglia che avevo indossato durante il giorno
sotto la sua testa e fu il miracolo! Una dormita fino al mattino. La
seconda sera la maglia non funzionava più e così abbiamo spruzzato il
profumo del papà sulle lenzuola. Ci è cascata. Sì, per circa due
ore. Esausta dai suoi continui pianti e dalle notti insonni, ho
trovato il barbatrucco! In rete ho letto che alcune mamme avevano
tolto la spondina del letto e l'avevano attaccato al lettone in modo
che al bambino sembrasse di dormire con i genitori pur essendo
invece nel suo letto. Cosa vi devo dire... Non sarà un metodo
riconosciuto dai pedagogisti, ma Patonza ha ricominciato a dormire
tutta la notte e noi abbiamo riconquistato il nostro lettone. Certo
non ho risolto il problema, perché è ancora in camera nostra e la
cosa mi pesa non poco. Anche perché la signorina appena sente che ci allontaniamo in un'altra stanza si sveglia automaticamente. La cosa ovviamente si ripete anche per il pisolino pomeridiano... mi costringe a rimanere nel raggio di pochi metri da lei per almeno due ore. Quindi niente pulizia, ceretta, doccia, film o relax mentre lei dorme. E io, che ho mantenuto quel poco di
egoismo che mi fa ancora essere donna oltre che madre, avrei voglia
di riprendere i miei spazi, ma conoscendo mia figlia penso che mi permetterà di rimettere la sponda al lettino verso i 18 anni e di spostarla in camera sua tra i 20 e 25.
A dicembre traslocheremo in una casa più grande e spero che il cambiamento di ambiente renda più naturale lo spostamento della pupa nella sua stanza. Nel frattempo se avete consigli, proposte, formule magiche o un biglietto aereo per destinazione ignota da regalarmi, siete le benvenute!