giovedì 7 novembre 2013

UOMO CON IMPERMEABILE E PIMPI

L'altro giorno vado a prendere mio zio in arrivo da un viaggio di lavoro. Piccolo aeroporto di provincia, pochi voli: Roma, Casablanca, Tirana. Gli arrivi e le partenze nello stesso salone, qualche sedia qua e là, null'altro. Mi siedo in attesa del volo, che naturalmente è in ritardo, e gioco a Candy Crush. Arriva uomo con impermeabile, circa sessantenne, che mi dice:
- Scusi signorina, ho perso l'aereo dovrei prendere un taxi, mi fa fare una telefonata a mia mamma?
Il Pimpi che c'è in me acconsente senza esitazioni. Uomo con impermeabile si siede accanto a me e mi detta il numero. Glielo passo. Nessuno risponde alla telefonata. Lui riattacca e tiene il mio telefono tra le mani
- Bello, cos'è? un Nokia?
- Ehm no, è un iphone 5
- Ah. posso provare a chiamare un altro numero?
- Sì
Finalmente qualcuno risponde. Uomo con impermeabile si alza parlando e se ne va. Comitiva di marocchini in partenza per Casablanca, che segue tutta la scena dall'inizio, mi guarda tipo: "Brava cogliona!". Io rispondo al loro sguardo tipo: "Oh cazzo!". Salto su e gli corro dietro urlando, lo afferro per l'impermeabile.
- Scusi eh ma ha il mio telefono!
Lui sgrana gli occhi, come stupito che io possa pensare che mi stia rubando il cellulare, e continua ad inveire contro la madre che da quello che capisco non vuole "dargli il permesso" (o forse i soldi?) di prendere il taxi e lo manda a cagare dicendogli fottiti, i soldi non te li do, ruba il telefono a quella cogliona che te l'ha prestato gli riattacca in faccia. Lui continua a borbottare e io realizzo quello che tutte le persone presenti in aeroporto hanno capito già da mezz'ora e cioè che uomo con impermeabile è un po' fuori di testa. Finalmente io e il mio telefono fucsia ci riuniamo e uomo con impermeabile mi tende la mano per ringraziarmi, come se prima non fosse scappato, come se io non l'avessi rincorso urlando e preso per l'impermeabile. La gente è strana e io non mi ci sono ancora abituata o forse voglio continuare ad essere Pimpi.

martedì 5 novembre 2013

CIAO, CI SONO

Ciao, ci sono.
Questo è quanto voglio dirvi in questo post. Volevo lasciare solo il titolo ma poi mi sembrava un po' pochino soprattutto da una che ha sempre criticato la stitichezza verbale.Sono passati mesi e mi sembrava di non aver nulla da raccontare, poi pensandoci invece di cose ne sono successe parecchie ma mi sono fatta prendere dallo scazzo rimandavo sempre. Siccome è un periodo in cui a detta di tutti abbaio e mordo e non sono per niente simpatica, concentriamoci su qualcun altro. Ovviamente parliamo di Patonza che invece di simpatia ne ha in abbondanza. L'estate trascorsa la chiameremo "l'estate di capricci": se avevo aperto questo blog perché ironicamente pensavo che mia figlia fosse un po' stronzetta dalla nascita, ecco ad oggi posso confermare che avevo visto lungo. Sono stati mesi di urla, capriole per terra e fughe da locali pubblici. Perché? Bah, a volte anche solo perché il cracker non era perfettamente intero ma aveva un angolo smussato o sciocchezze del genere. Sciocchezze per noi che però per lei dovevano avere un'importanza tale da farla infuriare. Il punto era che quello che andava bene una volta poteva essere motivo di disperazione la volta successiva. In questo bel clima di serenità, la nostra famigliola ha deciso di andare una settimana al mare con zia Vera, zio Vero e prole composta da bimba settenne e da bimba quasi unenne (che poi dici che uno non se le va a cercare...). A parte l'ansia da ristorante, a parte il terrore che mia figlia facesse fuori mia nipote, l'avere la camera a pochi passi dalla spiaggia ci ha aiutato a gestire situazioni che rischiavano il degenero... grazie anche a vicini di ombrellone che non si facevano gli affari propri ma guardavano i nostri rimproveri con aria di disappunto. Non stiamo nemmeno a sottolineare che zia Vera probabilmente aveva un'aspirapolvere portatile nella borsa visto che i suoi teli erano immacolati nonostante la spiaggia sabbiosa. Chissenefrega direte voi... eh ma provate a tenere lontana Patonza con i piedi impanati nella sabbia dai teli della zia o dalla piscinetta gonfiabile della cugina riempita con acqua limpida. Non aggiungo altro, credo che avrete capito che le nostre vacanze non sono state esattamente rilassanti. Comunque è stata anche l'estate delle prime frasi sensate e dello stupore, una grande emozione oltre che a un sacco di risate. Immaginate Patonza che in spiaggia indica con il ditino un gruppo di persone urlando "Cojoni! Cojoni!". Immaginate l'imbarazzo e la mia faccia. Immaginate poi le mie risate vedendola indicare in cielo degli aquiloni e gridare "Ohhhh! Beji cojoni!". Ah ecco cosa voleva dire!