domenica 30 settembre 2012

ABOUT A GIRL


Oggi pensavo a quanto questo blog sappia ancora così poco di me. Pensavo che se l'avessi scritto due anni fa avrebbe avuto due o tre post al giorno per tutte le cose che avevo da dire e raccontare e per quanto tempo avevo da dedicare a qualsiasi cosa. Avrei potuto raccontare di come me ne sono andata di casa lasciando mio marito e il mio cane e di come mi sia catapultata in una seconda adolescenza fatta di feste, alcol, amiche e storie. Di come una di queste storie mi abbia fatto male a tal punto da far finta che non sia esistita. Di come all'inizio mi sembrava di aver conquistato la libertà e di quanto poco tempo ci abbia messo l'euforia a lasciare il posto alla solitudine. Di come ho capito che da sola però ce la facevo, che sono forte e mi tiro sempre su e che adesso sono così perché l'ho imparato. Di come io e mio marito ci siamo detti basta ridendo come due matti davanti a un giudice che credeva lo prendessimo per il culo, perché forse riusciva a vedere che c'era ancora tanto amore che noi non vedevamo più. Di come ho sofferto quando lui è andato a vivere con un'altra anche se l'avevo lasciato io. Di quando non siamo riusciti a fare un figlio durante il matrimonio e di quando invece sono rimasta incinta di lui mentre eravamo separati. Di come questo amore ad un certo punto ci è sfuggito dalle mani e abbiamo capito che eravamo uno la pelle dell'altra e non abbiamo più potuto negarlo. Di quando finalmente abbiamo iniziato ad essere felici.
Avrei potuto raccontare tutte queste cose e mille altre, potrei ancora raccontarle. Ma ora devo andare che hanno messo in streaming la nuova puntata di Grey's anatomy.

giovedì 27 settembre 2012

STRATEGIE DI NANNA


Tra le regole che ci eravamo prefissi di seguire dopo la nascita di Patonza c'era quella di farla dormire da sola il più presto possibile. Ci eravamo documentati, avevamo comprato libri e visto decine di puntate di SOS Tata: se li abitui da subito è una cosa normalissima. Sì, lallero. I primi due mesi non calcoliamoli perché, a causa delle coliche e del reflusso, Patonza non ha mai dormito. Dal terzo mese sono riuscita a toglierle la poppata notturna e magicamente sembrava stare meglio, tanto che si sparava 7 ore filate di sonno nel lettino accanto al nostro. Il problema non era farla dormire nel suo letto, ma farla addormentare. Ormai aveva preso l'abitudine di addormentarsi in braccio e non c'era verso di metterla giù prima. E non solo, per farla cedere eravamo costretti a lunghe corse nel corridoio e a vari esercizi. Avete presente il dressage dei cavalli? Ecco, quello era più o meno lo spettacolo che si proponeva ogni sera a casa nostra. Bimba in braccio, una gamba su, una giù ritmicamente, trotto, poi destra, sinistra e via un pezzo di corsa. A parte il fatto che sembravamo matti, il metodo sembrava funzionare e noi, esausti da tante notte insonni, accettavamo questo compromesso pur di dormire tutta la notte. Poi, compiuti gli otto mesi, la mia brillante idea: perché non la spostiamo in camera sua? Non capisce ancora e poi il letto è sempre quello. Sì lallero. Da subito è stato un incubo: si svegliava piangendo disperata fino a 25 volte per notte. Praticamente io dormivo con le ciabatte nei piedi perché tra un'alzata e l'altra passava pochissimo. Siamo andati avanti così un mese poi siamo andati in vacanza. In albergo avevamo il letto da campeggio accanto al nostro, ma la prima sera la sua febbre alta ci ha fatto commettere LO sbaglio. Mettiamola nel letto con noi così la controlliamo meglio. Eh, bravi. Passata la febbre, la tipetta tosta non voleva sentire di tornarsene nel suo lettino da campeggio, così abbiamo detto “massì a casa poi si ritorna alle buone abitudini”. Sì lallero. Tornati a casa abbiamo riportato il suo letto in camera nostra ma è stato comunque impossibile farla dormire lì. Una sera abbiamo provato a mettere una maglia che avevo indossato durante il giorno sotto la sua testa e fu il miracolo! Una dormita fino al mattino. La seconda sera la maglia non funzionava più e così abbiamo spruzzato il profumo del papà sulle lenzuola. Ci è cascata. Sì, per circa due ore. Esausta dai suoi continui pianti e dalle notti insonni, ho trovato il barbatrucco! In rete ho letto che alcune mamme avevano tolto la spondina del letto e l'avevano attaccato al lettone in modo che al bambino sembrasse di dormire con i genitori pur essendo invece nel suo letto. Cosa vi devo dire... Non sarà un metodo riconosciuto dai pedagogisti, ma Patonza ha ricominciato a dormire tutta la notte e noi abbiamo riconquistato il nostro lettone. Certo non ho risolto il problema, perché è ancora in camera nostra e la cosa mi pesa non poco. Anche perché la signorina appena sente che ci allontaniamo in un'altra stanza si sveglia automaticamente. La cosa ovviamente si ripete anche per il pisolino pomeridiano... mi costringe a rimanere nel raggio di pochi metri da lei per almeno due ore. Quindi niente pulizia, ceretta, doccia, film o relax mentre lei dorme. E io, che ho mantenuto quel poco di egoismo che mi fa ancora essere donna oltre che madre, avrei voglia di riprendere i miei spazi, ma conoscendo mia figlia penso che mi permetterà di rimettere la sponda al lettino verso i 18 anni e di spostarla in camera sua tra i 20 e 25.
A dicembre traslocheremo in una casa più grande e spero che il cambiamento di ambiente renda più naturale lo spostamento della pupa nella sua stanza. Nel frattempo se avete consigli, proposte, formule magiche o un biglietto aereo per destinazione ignota da regalarmi, siete le benvenute!

venerdì 21 settembre 2012

ZIA VERA


Oggi parliamo di zia Vera, che chiameremo così perché tra tante zie “elette” è l'unica ad esserlo davvero in quanto compagna di mio cognato. Zia Vera ha un carattere un po' scontroso che a volte ti fa pensare che tutto il mondo le stia sul culo, ma è un'ottima cuoca e una manica dell'ordine e della pulizia. Tanto che un giorno che ero all'ottavo mese di gravidanza ho percorso 6 km per far pipì perché lei aveva appena lavato il pavimento e, su consiglio di mia suocera, ho dedotto che fosse meglio non chiederle se mi faceva salire in casa. Zia Vera è incinta e partorirà tra pochi giorni, cosa che rende ancora più difficile relazionarsi con lei. Non fraintendiamo, io e Patonza voglio molto bene a zia Vera, ma ecco diciamo che ultimamente la guardiamo negli occhi e capiamo se è il caso o no di iniziare un discorso. Io, che sono ancora mamma fresca, capisco bene il suo stato d'animo però un po' patisco che con la scusa che lei è più aggressiva di me, le persone in famiglia adottino con lei ogni genere di cautela mentre a me sparino in faccia le cose con meno delicatezza. Ovviamente stiamo parlando della famiglia di mio marito... E premetto che sono sempre andata d'accordo con tutti fino a... fino a quando sono diventata mamma. Ora i consigli non richiesti o certi appunti mi danno fastidio perché mi fanno sentire sempre sotto esame. In questi giorni la gravidanza di zia Vera sta mettendo in discussione anche il rapporto con mia suocera che vedo più ben disposta nei suoi confronti che nei miei, tanto che quando usciamo tutte e tre insieme io mi sento un po' a disagio. Sto facendo i capricci? Forse, o forse sono solo un po' più acida del solito. Ma poi mi passa eh! Che io a mia suocera che mi prepara la minestra e a mia cognata che mi vizia la pupa mica ci rinuncio!

mercoledì 19 settembre 2012

STRONZA... A CHI?!


Presentiamoci meglio che poi uno passa di qua e dice “Io sto blog non lo leggo che chi lo scrive è una stronza”. Mammachestronza è un pensiero che formulo nella mia testa molto spesso osservando mia figlia da quando è nata, 11 mesi e bla bla bla fa. Patonza è una bambina che per i primi due mesi di vita ha pianto 24 ore su 24 nell'ordine per:
-coliche
-reflusso
-coliche + reflusso
E porella, d'altronde non ne poteva proprio niente lei. Quando le coliche sono passate e il reflusso si è attenuato, la nostra Patonza ha cominciato a piangere nell'ordine per:
-dormire
-giocare
-mangiare
-stare in braccio
-cambio del pannolino e altri 10000 motivi.
Lì ho cominciato a capire che ci metteva del suo. Dicono che a pochi mesi non abbiano la malizia di fare dispetti o capricci, ma a me viene da dire “sì lallero”. La Patonza ha una bella personalità, sa cosa vuole e porta i suoi 11 mesi e rotti con un'angelica furbizia che le permette di guardarti con l'aria da “sono troppo piccola io, mica l'ho fatto apposta...”. E inevitabilmente mi viene da pensare “mamma che stronza!”.
Immaginatevi però cosa significhi educare una tipetta tosta così per me che sono talmente fissata con le regole e la buona educazione che le amiche mi chiamano la mamma “nazi” (chiariamo, non nel vero senso della parola eh! che avevo pure il fidanzato ebreo io....).
Forse sono solo una mamma che vede bene pregi e difetti della sua pargoletta e cerca di non nascondere i lati negativi della maternità, perché ce ne sono eccome.
La Patonza da grande potrebbe leggere ciò che scriverò su qusto blog e non ci troverà chilometri di parole dolci dedicate a lei... Penserà di me “mamma che stronza!”. E allora saremo pari.

venerdì 14 settembre 2012

LE MAMME AI TEMPI DI WHATSAPP


Le mamme d'oggi sono tecnologiche, si sa. Al primo dubbio, malessere o puzzetta strana corrono su google a cercare una risposta. Io stessa mi sono trovata a digitare cose tipo: “bambino 10 mesi fa cacca acida significato” oppure “bambino urla prima di addormentarsi soluzioni” e via dicendo. Tante hanno addirittura un blog e si ritrovano su facebook a far parte di gruppi dedicati alle pance, alla gravidanza, ai neonati, alle babbucce ecc. o scattano foto ad ogni minimo movimento del loro bambino per poi pubblicarle su instagram e taggarle con i # più svariati in modo che altre mamme a loro volta commentino, apprezzino o votino quelle che partecipano ai concorsi. E poi c'è whatsapp, più intima, che permette di inviare messaggi, video e foto gratuitamente. E allora amiche mamme che si consultano per ogni acquisto o scelta. “Nel brodo ci metto pure la patata? Ma non stringe?” Aspetta che su whatsapp c'è mia cugina che ha svezzato la bambina un mese fa e le chiedo. Oppure “Se vai da Toy's mi dici il prezzo del seggiolone X modello Y con tutti i dettagli ecc?” “Stai tranquilla che quando sono lì fotografo direttamente il cartellino così hai anche le misure, il peso, la portata, il materiale, dire, fare baciare, lettera e testamento e te lo mando su whatsapp”. Un'applicazione utilissima che però ha un grosso neo (che invece diventa una grossa risorsa in caso stalking nei confronti di ex fidanzati o amanti): su whatsapp si vede se una persona è online o l'ora in cui si è connessa l'ultima volta. Quindi, care mamme perfettine, con i vostri bimbi perfetti che dormono 14 ore a notte sin dal primo giorno di vita, non venite a raccontarci che stanotte avete dormito profondamente senza svegliarvi una volta fino alle 10 di mattina. Noi abbiamo visto che vi siete connesse alle 6 e prima ancora alle 4...

NdR Da qualche parte nelle impostazioni di whatsapp è possibile disattivare la visualizzazione delle connessioni. Accidenti!

(Sono una mamma google dipendente, che ha un profilo facebook, un account su instagram e chiede consigli alle amiche su whasapp. Mi mancava un blog, eccolo).